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Apeirophobia su MovimentiProg

Ottobre 31, 2010 - Album reviews
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È arrivata su MovimentiProg la prima recensione di Apeirophobia, scritta da Donato Zoppo.

La potete leggere qui.

Come i Conqueror e gli Ylecplise, gli Ifsounds sono partiti da un new prog fin troppo aderente al canone storico ma hanno lavorato sodo per affinare la propria proposta, migliorarla, personalizzarla. La giovane band molisana – guidata dal deus ex machina Dario Lastella, residente in Spagna – con questo terzo album diventa Ifsounds conferma due caratteristiche tipiche della propria storia: la scelta concettuale e sonora. La prima è intrigante quanto quella del precedente “Morpho Nestira”: gli If indagano a fondo nell’animo umano, seguendo il solco delle intuizioni watersiane ed esplorando l’apeirofobia, ovvero la paura dell’infinito. Una scelta interessante, anche perchè gli Ifsounds si addentrano nelle motivazioni, nel rapporto con il “tempo senza tempo”, nelle reazioni emotive.

E’ anche per questo che il rock dei ragazzi, che già nel secondo album mostrava qualche apertura ad aree inconsuete, si estende ancora di più all’insolito. L’apertura elettrizzante e dinamica di “Anima Mundi” non avrebbe potuto vedere la luce negli album precedenti, a maggior ragione la suite che dà il nome all’album. Con la bella apertura d’archi e piano in “Aprile”, il lungo e composito brano di chiusura riassume non solo le idee-forza del disco ma anche le peculiarità stilistiche del gruppo, capace in tale occasione di allestire una limpida sequenza di 9 movimenti, che toccano persino il flamenco e l’heavy rock.

Il terzo concept degli Ifsounds conquista due importanti risultati: conferma la validità della direzione tematica ma anche la bontà del percorso, quello di un rock moderno, floydiano, progressivo nelle intenzioni generali ma anche comunicativo e radiofonico. Quando le combinazioni hard/prog/psichedeliche sono ben amalgamate, emergono anche pezzi più robusti e all’americana come “Last minutes”. Tuttavia non è tutt’oro ciò che luccica: le scelte vocali non sono così incisive come il genere richiederebbe, penso al momento intimista di “Summer breeze”, che avrebbe richiesto maggior convinzione.

Più che un punto di partenza, “Apeirophobia” è un punto d’arrivo e di riflessione per la band, in attesa di futuri sviluppi. Per il momento, gli Ifsounds sono da tenere d’occhio.

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