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Apeirophobia su Italia di Metallo

Dicembre 13, 2010 - Album reviews
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Il direttore della webzine Italia di Metallo Klaus Petrovic ha dedicato ad Apeirophobia questa bella recensione.

Grazie Klaus!

Già conosciuti come If al popolo del rock progressive e dopo 17 onorati anni di carriera, tornano con il quinto album che vede cambi di line-up e di monicker che ora risulta essere Ifsounds. La band molisana riparte da questo concept che tratta della paura dell’infinito. L’album propone 5 brani, con la lunga suite finale che da il nome al lavoro stesso, il tutto creato dalla sapiente regia del chitarrista Dario Lastella, che vede in 2 pezzi la collaborazione del tastierista Claudio Lapenna. La band da sempre ha un discreto seguito all’estero e l’album èesce sotto l’egida dell’etichetta americana Melodic Revolution. L’apertura è affidata ad “Anima Mundi”  la quale si fa apprezzare per un suono molto “caldo” e per la voce della nuova vocalist Elena Ricci, non aspettatevi qualcosa simile al progressive metal degli ultimi anni, qui si tributa molto quel tipo di suono che usciva negli anni 70 dalle menti di calibri quali Pink Floyd (forse l’influenza maggiore della band) e perchè no nelle parti più “dure” la nostra PFM. Certo non è musica di facile ascolto, ma sicuramente di grande qualità, prova ne è la seguente “Summer Breeze” con tanto di campionamento aereoportuale e chitarra classico/melodica in un testo sull’immigrazione che non vuole entrare in discussioni politiche od altro, solo parlare in musica, esplorare sonorità affascinanti dove la voce di Elenatrova la sua massima espressione, collocandola ai massimi vertici della nostra musica. Più dura quasi hard rock “Last Minute” in alcuni suoi passaggi si eleva come massima espressione degli Ifsounds. Avvolgente e psichedelica in altri passaggi, con le voci filtrate di ClaudioDario a supporto di Elena e di un muro sonoro efficace. “Aprile” è una breve strumentale quasi barocca, con alcuni guest i cui nomi potete trovare sull’otimo booklet che accompagna il cd, che tra l’altro potete ascoltare in streaming sul sito ufficiale della band, e che fa da preludio alla lunga e variegata musicalmente title track, 27 minuti di sonorità che riassumono l’essere degli Ifsounds! Si c’è veramente di tutto in questa suite musicale, dall’ inizio molto floydiano a qualcosa di Alan Parson, a sonorità di rock duro, quasi heavy, a melodie classiche al prog settantiano, alla musica etnica, al flamengo, mi riesce praticamente impossibile descrivere tutto ciò che si trova al suo interno, una cosa però è certa: la voglia di sperimentare non manca, nè tanto meno si ha paura di cosa possa pensare il pubblico. Io dal canto mio promuovo il tutto, credo ci sia molto bisogno di chi intende la musica come qualcosa di intimo e non da grandi masse che ti usano come un qualsiasi oggetto, oggi ci sei e domani nessuno si ricorda più di te. Onore al merito quindi agli Ifsounds!

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