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An Gorta Mór su Rock Garage

Novembre 1, 2018 - Album reviews
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La recensione di Marcello Zinno su Rock Garage!!!

Avevamo già parlato del prezioso progressive rock degli Ifsounds in occasione del precedente album dal titolo Reset (a questa pagina la recensione) e già con quel lavoro la vena artistica e progressiva della band era affiorata in maniera evidente. Quest’anno la band sforna un nuovo album dal titolo An Gorta Mór che significa “la grande carestia”, lavoro che mette in musica le innumerevoli perdite umane a seguito di movimenti migratori, fuge da situazioni terribili, nel passato come nel presente. Anche in questo lavoro va detto che la perizia tecnica è assolutamente messa da parte, seppur ottimamente suonato l’ispirazione e la profondità artistica sono collocate al centro di tutto, basti ascoltare la bowiana Violet (luce sull’assolo di chitarra davvero prezioso) per restare incantati. Si spinge un po’ sull’acceleratore con l’opener che sembra quasi fare il tifo per un prog metal influenzato da strutture hard rock e che rappresenta quel sale aggiunto all’intero album, scelta che viene ripresa in Reptilarium, un brano in stile Deep Purple che lascia toccare con mano i confini a cui può spingersi la proposta degli Ifsounds.

La title track copre la durata di metà album, brano che è strettamente legato alle tematiche dell’opera, già dai primi minuti con quel suo folk irlandese (anche se tratta di Emerald Island che si trova vicino all’Australia) e che più di tutti rappresenza l’escursione sonora degli Ifsounds. Dal folk alla psichedelia, dal prog rock settantiano all’hard rock della stessa epoca, dalla musica irlandese alla lirica in una suite completa e coinvolgente. Un album consigliatissimo a chi ha amato lo spirito acustico della PFM ma che ha anche consumato i primi album targati Marillion.

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