Mi viene sempre da sorridere quando il nostro lavoro finisce nelle mani di webzine metal (oltre a una certa preoccupazione ;-), tuttavia il buon Antonio Canciello di Metal Empire ci ha trattati (soprattutto a Elena!) decisamente bene!!!
Grazie ad Antonio e alla redazione per la bella recensione, e grazie come sempre a Donato e Francesca della Synpress44 per l’impagabile aiuto!
Ci tocca ora un bel gruppo progressive rock, gli italianissimi Ifsounds, provenienti dal Molise. La band si chiamava precedentemente If, ha poi cambiato nome per problemi di omonimia con un gruppo prog rock inglese anni Settanta. Vera protagonista di tutto il lavoro è di sicuro la bravissima Elena Ricci, vocalist del gruppo. Si può da subito intuire la sua creatività, data la fantasia delle linee vocali ma anche di tutte le curatissime parti corali che si vanno ad aggiungere, gli effetti utilizzati con enorme frequenza sulla voce e tutte le piccole idee di intrecci vocali.
Di grande laboriosità è stata la realizzazione del tappeto costituente l’insieme delle loro influenze: la “stellarità” e le atmosfere facilmente riconducibili ai Signori Pink Floyd, la modernità del loro sound, specie per quanto concerne dal punto di vista elettronico, ricorda i Dream Theater. Tutto ciò è solo una minima parte di quanto balza più velocemente all’orecchio, potremmo indicare molti altri nomi. La principale dote degli Ifsound è, come già detto, la loro immensa, inesauribile fantasia, che insieme al loro buon gusto e alle loro capacità da il via a composizioni a dir poco cosmiche.
Venendo ora all’analisi delle tracce, notiamo che Apeirophobia (questo il nome dell’album in questione, ossia una parola greca rappresentante la paura dell’inifinito) è nominalmente composto da cinque tracce. Sottolineiamo ancora NOMINALMENTE perché la maggior parte delle tracce ha una durata intorno ai sei o sette minuti e la title-track situata in ultima posizione rappresenta una vera e propria overture, frazionabile in nove parti diverse, per un totale di (udite udite!) 27 minuti e 49 secondi! Muovendoci con ordine notiamo nell’opener Anima Mundi un bel mix di coinvolgimento, impatto e soprattutto una buona dose di melodie orecchiabili: sfido a non fischiettarla/canticchiarla dopo un solo ascolto! Due per i meno musicali… Succede poi un’ultra romantica ballad, di stampo assai tradizionale e poi la più movimentata Last Minutes. In questi due pezzi appaiono spesso dei rumori d’ambiente presi in prestito dalla quotidianità (passi, brusii, voci, segnali elettronici…) e donati ad honoris causa alla musicalità! Vi è poi una splendida strumentale al pianoforte, chiamata Aprile: apice della melodicità del lavoro e raffigurante una delle composizioni più struggenti di Apeirophobia. Il nostro viaggio volge al termine con l’ascolto della chiudente Apeirophobia; anche se questo sarebbe un paradosso in quanto un altro vero e proprio viaggio inizia ora! Apeirophobia è un mastodontico passaggio, caratterizzato da una profonda armonia tra le varie parti che lo compongono e la principale ambizione è quella di consegnare l’ascoltatore ad un mondo onirico e surreale durante l’ascolto di questa traccia.
La sorpresa nella scoperta di questo gruppo è enorme e piacevolissima: i ragazzi sono bravissimi e propongono qualcosa di realmente interessante e che riesce ad attribuirsi anche l’aggettivo di “nuovo”. Ottima la loro produzione anche se, pur presuntuosamente intrufolandoci nei loro gusti personali, una chitarra da un sound più ricercato e personale non sarebbe guastata, anche se ripetiamo che la produzione è generalmente ottima, insieme a tutto il lavoro. Complimenti!
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