Giovedì 18 agosto ho avuto la fortuna insieme a Franco e Claudio di vedere dal vivo uno dei miei gruppi preferiti in assoluto, il Banco del Mutuo Soccorso È stata un’esperienza fantastica sia dal punto di vista musicale che umano che mi piacerebbe condividere con voi.
Ovviamente ritengo quasi superfluo parlare della musica del Banco: si tratta di uno dei gruppi più importanti della storia del prog non solo in Italia, ma nel mondo (e anzi la band come troppo spesso accade, gode maggiormente all’estero che in patria del meritatissimo riconoscimento…) e che nel concerto di Pescara ha riproposto un ampio catalogo di brani che ne hanno forgiato la leggenda soprattutto nella prima metà degli anni ’70.
E per l’ennesima volta la dimensione live ha confermato la grandezza di autentiche gemme prog tratte quasi tutte da Banco del Mutuo Soccorso, Darwin!, Io sono nato libero e Come in un’ultima cena (bellissima in particolare la versione de Il ragno tratta da quest’ultimo album, a torto considerato “minore” rispetto ai suoi predecessori).
Ma come dicevo in precedenza abbiamo vissuto soprattutto un’esperienza umana degna di essere ricordata. Entrati nel Teatro D’Annunzio abbiamo finalmente conosciuto di persona il mitico Aldo Pancotti, noto ai fans del Banco e dei Jethro Tull come Wazza Kanazza. Aldo ci aveva aiutato nella promozione della prima romana di Apeirophobia e per questo motivo ci tenevamo a ringraziarlo personalmente e lui molto gentilmente ha sospeso un momento la vendita del merchandising del Banco (lo stand era letteralmente assediato dagli appassionati) per posare in una foto con gli ifsounds (e un paio di loro dischi)!
Aldo è anche il curatore di un dettagliatissimo libro che raccoglie tutti i testi e la discografia del Banco, che ho acquistato e ho fatto autografare dal Maestro Vittorio Nocenzi… ma andiamo con ordine. Allo stand del merchandising si parlava della formazione che si sarebbe esibita dopo pochi minuti e alcuni storcevano il naso per la presenza dei “soli” Nocenzi e Di Giacomo del gruppo storico (come se in un ipotetico concerto dei Pink Floyd ci fossero “solo” Waters e Gilmour!), al che il buon Aldo faceva osservare quanto noi fans a volte ci lasciamo andare al divismo e perdiamo di vista la realtà: purtroppo nel concerto pescarese mancava il chitarrista Rodolfo Maltese per motivi di salute, ed era sostituito più che degnamente da Filippo Marcheggiani, già da vent’anni collaboratore del gruppo… alla fine la domanda di Aldo era più che sensata: è più importante nella storia del Banco lo stesso Marcheggiani o, per esempio, Marcello Todaro, presente solo nei primi tre dischi (beh, diciamo due e mezzo!) e nel gruppo solo per tre-quattro anni?
Dopo queste interessanti discussioni pre-concerto e cominciato il concerto vero e proprio, trascinante, emozionante, bellissimo! Vittorio Nocenzi è un leader straordinario che domina con le sue tastiere e la sua personalità l’intero scenario; Francesco Di Giacomo è ancora probabilmente la voce più bella ed espressiva del prog mondiale; alle loro spalle quattro eccellenti strumentisti ormai da anni con il gruppo, il batterista Maurizio Masi (bravissimo), il bassista Tiziano Ricci, il fiatista Alessandro Papotto (che ha l’arduo compito di contrappuntare le complesse parti che originariamente erano suonate dalle due tastiere di Vittorio e Gianni Nocenzi) e il già citato chitarrista Filippo Marcheggiani.
Al termine del concerto abbiamo avuto l’occasione di vedere come Di Giacomo e Nocenzi si concedevano con grande disponibilità e amabilità ai fans e alla stampa. E i fans erano davvero di tutte le età, anche giovanissimi a dimostrazione di quanto il prog sia un genere assolutamente vivo anche per le nuove generazioni.
È stato bello ascoltare le risposte di Vittorio Nocenzi a un’intervista radiofonica in cui esaminava aspetti della sua carriera e della storia del prog in maniera onesta e non banale, dimostrandosi artista intelligente e attento all’evoluzione della musica, lontanissimo dal vuoto divismo di chi vive nella torre d’avorio del culto della propria personalità (e lui che è davvero una leggenda per i proggers di tutto il mondo potrebbe pure permetterselo!); e invece a tutti un sorriso, un autografo, una foto, non negandosi a nessuno: un uomo e un artista che ha davvero tutta la nostra ammirazione.
È con orgoglio che pubblico la foto all’inizio dell’articolo in cui il Maestro ha avuto la gentilezza di posare con Claudio e il sottoscritto, con la quale abbiamo chiuso una serata che davvero rimarrà tra i nostri ricordi più belli.
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