11. Empty
Il brano più “strano” del disco, in cui si rincorrono atmosfere sonore e concettuali molto diverse tra loro a rappresentare il culmine del percorso di svuotamento interiore.
La prima parte racconta l’alba di un nuovo giorno, piena di speranza, ma anche di paure, in una vita in cui si consuma il tempo senza possibilità di controllarlo.
La seconda parte analizza vari aspetti dell’umanità corrotta dal materialismo, il parallelo tra sesso e potere, la necessità di riempire i vuoti esistenziali con qualsiasi cosa, il gelo di uno spirito che soffia nel vuoto. L’Uomo è come un astronauta disperso nel vuoto dell’Universo, anche se il vuoto in realtà non è fuori, ma dentro di lui. È la parte più new wave e psicotica del disco.
La terza parte è un tentativo di redenzione, ma spesso si finisce per ricadere negli stessi errori, come il criceto intrappolato, che riesce a interrompere la sua corsa, solo per ricominciarla al contrario.
Al termine di Empty c’è un loop che si evolve, implodendo fino al vuoto…
Curiosità:
– Al termine della seconda parte si sentono voci confuse… l’osservazione più saggia è quella della nostra amica Carmen Araceli Molina che riflette sulla relatività del Tempo, mentre esso comunque scorre via. La voce solista è di Loretta Di Pisa.
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