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Recensione di “The Stairway” su Genova Tune

Ottobre 9, 2008 - Album reviews
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L’ambiente è sempre quello progressive, fra echi dei Floyd e dei Moody Blues che affiorano qua e là ed un poderoso slancio in territori primi anni ’80: a dimostrazione che il gruppo, come già occasionalmente in passato nei precedenti lavori, mescola differenti aspetti del genere pur rimanendone sempre irrimediabilmente fedele.
I testi sono pervasi di malinconia e pessimismo: sembra che giunti al terzo album, gli if – più precisamente Dario Lastella, autore di tutti i brani tranne Like a bird – tengano una sorta di bilancio di ciò che è stato ed è il rimpianto a farla da padrone.

Si parte con la ninna nanna di Close your eyes, che sfuma nella parentesi strumentale Uneasy Sleep part 1, seguita dalla title track, epica e progressiva, primo brano importante dell’album. Uneasy sleep part 2 assembla rumori su un tappeto di tastiere, tenendo fede al titolo.Where have you been? è caratterizzata da una ritmica secca e chitarre acide e si risolve in un inciso etereo molto di maniera ove si coagulano spunti di Marillion e dei Genesis di Collins. Stesso discorso per Like a bird, secondo interessante brano del disco, che gioca la sua carta migliore nel rincorrersi delle voci (peraltro l’unico elemento dell’insieme da migliorare); in qualche sfumatura ricorda i Queen dei primi lavori. Segue Missing dove il parlato, un delicato wah-wah, tastierine di gomma e il ritornello a presa immediata rendono il tutto decisamente accattivante, terzo e ultimo brano degno di nota di questo cd. A seguire la terza parte del brutto sogno, Uneasy sleep part 3, piacevole intermezzo strumentale; quindi il malinconico It’s just me, che si gonfia nel finale, ed il mediocre pop anni ’80 di matrice Usa Find your way, a chiusura del lavoro.
Gli if proseguono dunque la loro strada senza curarsi di ciò che succede fuori dal (loro) mondo e questo limita la fruizione di tale lavoro ad amanti di sonorità passate. La qualità è discontinua, in alcuni brani c’è molto di già sentito altrove (su tutti It’s just time e Find your way), ma la musica si è arricchita, il suono è stato elaborato e si nota una consapevolezza dei propri mezzi che, se si osasse di più a livello compositivo, potrebbe dare risultati ancora migliori; la band ha, insomma, perduto in freschezza e originalità ma acquistato in compattezza.

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