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Red Apple su Movimenti Prog.

Febbraio 22, 2013 - Album reviews
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Bella recensione su Movimenti Prog con la prestigiosa firma di Donato Zoppo.

Il nuovo concept della band molisana: tra art rock e fantapolitica

A volte lavorare nella “nicchia” si rivela un bene. E’ possibile gestire i propri tempi, provare a cambiare pedine e componenti, sperimentare nuovi ingredienti, togliere o aggiungere a seconda degli obiettivi, senza pressioni e per il solo gusto di sperimentare. Il panorama progressive conosce moltissime realtà del genere, Italia compresa: pensiamo agli Ifsounds. La band molisana guidata dal mastermind Dario Lastella è la dimostrazione di come si possa migliorare disco dopo disco, evolvendosi e maturando lentamente, senza scossoni.

Il quarto album è un complesso concept al quale si affiancherà un romanzo scritto da Lastella. E’ vero che l’opera a tema è un modulo tipico del progressive, è altrettanto vero che proprio la scelta concettuale ha contribuito a condannare all’isolamento tanti esponenti del genere: anche per questo gli Ifsounds puntano su un plot attuale, futuribile ma verosimile, tra fantascienza e distopia. In sintesi: la visione di una mela rossa da parte di quattro ragazzi autistici scatena l’interesse dei mass media in coincidenza con drastiche mutazioni climatiche, cataclismi e terremoti; si pensa a un attacco alieno e la situazione contingente offre al Nuovo Ordine Mondiale l’occasione per sancire il proprio potere.

“Red Apple” mette in musica questa complessa trama, superando la visione new prog degli esordi in favore di un rock adulto e sfaccettato, adeguato alla narrazione. In tal senso l’opera è collegata alla “ripartenza” messa in campo con il precedente “Apeirophobia”: il modello watersiano è evidente ma la band aggiunge variazioni e diversivi, spinge sul dato melodico e su scelte comunicative dirette. Se “Red Apple” è la classica overture impetuosa e “New world order” uno dei momenti più influenzati dal linguaggio prog classico, “Space refugees” occhieggia a certi Rush e “Web tube stars” ingloba anche reminiscenze beatlesiane, peccato per la nuova voce che talvolta non valorizza appieno (anzi appesantisce) i brani.

“Red Apple” non porta gli Ifsounds su un gradino superiore rispetto al precedente album, ma è comunque un gradito ritorno.

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